Scoperte e viaggi nel tempo


 

Il seminario di sviluppo del Premio Zavattini raccontato dai partecipanti.

Gli autori dei sei progetti selezionati dalla Giuria del Premio Zavattini sono prossimi a concludere il seminario di sviluppo. Il lavoro di ricerca, elaborazione e approfondimento sta dando buoni frutti.
Pier Francesco Li Donni ha rintracciato il protagonista del suo film, Massimino: “Vive a Torino – ci dice – negli stessi luoghi in cui l’aveva filmato Ettore Scola per il suo Vorrei che Volo. Ho trovato il suo nome tra i faldoni di produzione dell’Unitelefilm e con lui, un’intervista a Scola nelle carte relative alla rassegna stampa che mi hanno permesso di dare un indirizzo nuovo allo sviluppo di questo lavoro”. Pier Francesco andrà a Torino per incontrarlo e aggiungere un tassello in più alla realizzazione del suo film.
Per Arianna Lodeserto, autrice della proposta Le case che eravamo, il seminario è servito “ridefinire e chiarificare il progetto scritto, che intanto si dirige verso una forma possibile”, oltre a facilitare “il confronto con gli altri partecipanti”, consentendo così a tutti/e “di sfoltire quella matassa di dubbi ed incertezze sempre molto fitta nelle prime fasi di una ricerca”. Dopo aver selezionato i materiali d’archivio, ha intenzione di presentare alla prossima riunione della Giuria uno storyboard e un pre-montato del suo film.
Patrizio Partino, che ha presentato il progetto Dimenticata militanza, ha colto l’occasione di poter “visionare una corposa quantità di materiale difficile da reperire, riguardante proprio quell’aspetto di Volontè che ho intenzione di far emergere dal documentario: il suo lato politicizzato, impegnato. Un materiale che mi sta aiutando a rafforzare la proposta progettuale di partenza e che sta contribuendo a renderla, almeno ai miei occhi, ancor più necessaria”.
Per Carla Oppo, autrice della proposta Fuori programma, il Premio Zavattini “regala un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso il materiale d’archivio. Noi proviamo a far rivivere volti e paesaggi impressi in pellicola. I tutor ci guidano, appassionati e illuminati. I progetti di documentario prendono forma, pescano dal passato ma parlano al futuro. Un’occasione unica”.